giovedì 28 ottobre 2010

Pino da' il via libera alle case al posto di artigiani e tennis

PINO TOR. Verranno costruite case al posto del Piccolo Club. Case anziché l’area artigianale mai nata di fronte all’ex Officina Favretto, al confine con Chieri. Case in alcuni lotti sotto l’Osservatorio. La variante strutturale al piano regolatore è stata approvata dal Consiglio comunale la settimana scorsa. E’ passata coi voti della maggioranza di centrosinistra e con quello di Giancarlo Racca del gruppo misto.


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mercoledì 27 ottobre 2010

Pino approva le case al posto di capannoni e tennis

Verranno costruite case al posto del Piccolo Club. Case anziché l’area artigianale mai nata di fronte all’ex Officina Favretto, al confine con Chieri. Case in alcuni lotti sotto l’Osservatorio. La variante strutturale al piano regolatore è stata approvata dal Consiglio comunale di Pino Torinese.


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giovedì 21 ottobre 2010

''Nostro padre non era morto. Scappo' nella Legione''

PINO TOR. Per 75 anni sei convinta di essere figlia unica e che tuo papà sia morto combattendo in Spagna, quando tu avevi un paio d’anni. Poi, una domenica di fine settembre, bussa alla tua porta una donna venuta da Barcellona e sconvolge tutto il tuo passato. Perché ti rivela che hai un fratello in Spagna e ha altri tre in Francia. Perché tuo papà se n’era andato nella Legione Straniera, ha cambiato nome, si è fatto altre due famiglia ed è morto quando avevi trent’anni.


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Lagonigro, l'uomo che visse tre volte

PINO TOR. La vita di Giuseppe Lagonigro è un’avventura incredibile. Come si fa a essere soldato tutta la vita e mettere su tre famiglie, senza mai divorziare o rimanere vedevo? Come si può mettere al mondo cinque figli, e ai primi due far perdere le proprie tracce praticamente per sempre? Lui lo ha fatto. Tra ombre e luci, documenti ingialliti, altri fotocopiati, altri ancora non ancora scovati, la vita di Giuseppe Lagonigro, padre di Maria Michela e Raimond sembra proprio la trama di un romanzo un po’ pirandelliano e un po’ kafkiano. Cose che potevano succedere nell’Europa in guerra del Novecento. E’ venuta alla luce grazie all’ostinazione di uno dei figli abbandonati, quello catalano, che cercava la tomba di papà e ha trovato due famiglie parallele alla sua. Nato a Foggia il 29 agosto del 1915, Giuseppe Lagonigro inizia a lavorare come infermiere. Si sposa regolarmente in chiesa con Domenica nel 1933, ad appena 18 anni.Tre anni dopo, nel 1936, dà alla luce la sua primogenita, Maria Michela, che oggi vive a Pino e ha 75 anni. Il 1936 è anche l’anno in cui lo stato fascista lo chiama sotto le armi. Giuseppe è ribelle, per natura refrattario alle regole. Questi atteggiamenti gli procurano una punizione durissima: viene mandato a combattere come “volontario” nella Guerra di Spagna, ovviamente nelle file dei franchisti. La famiglia, a Foggia, non riceve più notizie. Il 13 marzo del 1937 arriva il lutto. Il governo italiano comunica che è caduto in guerra. Viene stampata un’immaginetta ricordo con fotografia ed estremi. La moglie Domenica gli rimarrà fedele fino alla morte. Perché darlo per morto? Non si sa. Forse ha disertato. C’è un buco nella sua storia. Sta di fatto che lui è vivo e vegeto e non torna in Italia. SE ha disertato, non si sa dove si sia nascosto. Nel frattempo, nell’aprile 1939 Francisco Franco prende definitivamente il potere e in Spagna torna la pace.E proprio quell’anno, con data 19 dicembre, un nuovo documento dice che Lagonigro è vivissimo: è un altro atto di matrimonio. Prende in sposa Mercedes Carreras, che nel 1941 darà al mondo Raimond. Lagonigro è in Spagna, ma probabilmente non simpatizza col regime franchista, anzi. Qualcosa di molto grave gli succede in quell’inizio di anni Quaranta. Qualcosa di così grave, da farlo scappare e mutare addirittura identità: tra il 1941 e il 1945 scappa dalla Spagna ed entra nella Francia occupata dai nazisti, pur di arruolarsi nella Legione Straniera. Il suo diventa De La Ville. Ma non solo: conosce Silvette, che gli darà altri tre figli, pare nati tra gli anni Quaranta e Cinquanta. «Non abbiamo molte informazioni delle vicende francesi, ma lo zio Raimond è appena stato a Nérac , ha conosciuto uno dei tre fratelli e ha promesso di portarci di persona nuovi documenti e la conclusione della storia – spiega la nipote Tiziana Di Tullio – Tutto quel che sappiamo è che è mancato a 51 anni nel 1966 e da qualche anno era stato congedato dalla Legione per motivi di salute». Sono tanti gli interrogativi che rimangono aperti e che potrebbero almeno in parte trovare risposte con la prossima visita di Raimond. Cosa ha spinto un uomo refrattario alle regole come Giuseppe ad arruolarsi nella Legione Straniera? Come ha potuto un uomo sempre in divisa formare altre due famiglie oltre alla sua originaria? Perché non ha mai cercato la moglie e la figlia lasciate quando era poco più che ventenne? «Di certo è stato un uomo astuto per districarsi in una vita del genere – chiude Tiziana Di Tullio – Molto spesso, la guerra e il senso della precarietà portano a compiere azioni impensabili ».


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"Nostro padre non era morto Scappo' nella Legione"

PINO TOR. Per 75 anni sei convinta di essere figlia unica e che tuo papà sia morto combattendo in Spagna, quando tu avevi un paio d’anni. Poi, una domenica di fine settembre, bussa alla tua porta una donna venuta da Barcellona e sconvolge tutto il tuo passato. Perché ti rivela che hai un fratello in Spagna e ha altri tre in Francia. Perché tuo papà se n’era andato nella Legione Straniera, ha cambiato nome, si è fatto altre due famiglia ed è morto quando avevi trent’anni. La protagonista di questa incredibile storia è Maria Michela Lagonigro, insegnante in pensione, di casa in via Martini 1. Grazie al fratello barcellonese Raimond,ha scoperto non solo i fratelli, ma la vera storia di suo padre Giuseppe, una vita che pare uscita dall’immaginazione di Pirandello. Sposata con Franco Di Tullio, Maria Michela è una persona nota in paese. Prima di tutto è stata insegnate elementare e poi sua figlia Tiziana è titolare delle Edizioni Katalì, la casa discografica che pubblica i dischi del compagno Gianfranco Grottoli, preparati insieme ad Andrea Vaschetti. Un altro suo figlio,Arturo è un comico affermato, mentre il terzo, Marcello, vive nelle Marche dove ha un’attività di rappresentanza. In paese, quasi come se si trattasse di una leggenda metropolitana, se ne parla da giorni. Così Maria Michela ha deciso di uscire allo scoperto e raccontare la sua incredibile vicenda. «Era il 26 settembre. Stavo guardando il Gran Premio di Formula 1 alla tivù – ripercorre Maria Michela – Suonano alla porta. E’una signora. Parla un italiano molto approssimativo, mi supplica di riceverla ». La famiglia si mette in allarme. «Sarà una truffa?, ci chiediamo. Ma questa signora inizia a snocciolare i nomi dei miei antenati di Foggia e rivela cose di famiglia. Era la moglie del fratello che non sapevo di avere». Dopo un breve consulto, il marito Franco insieme alla figlia Tiziana decide di incontrarla in un bar del centro. «Era alla ricerca della tomba del padre scomparso – prosegue Maria Michela – E quando ha saputo di avere anche una sorella, la sottoscritta, è andato a indagare in tutti i Comuni dove abbiamo vissuto». E’ il municipio di Lucera, in provincia di Foggia, a indicare il trasferimento a Pino Torinese, avvenuto nel 1970. «Ci ha impiegato più di un anno a trovarmi – sorride – Mio marito lavorava per il dazio e quindi ha subito molti trasferimenti… Prima ancora, questo povero uomo si è girato una bella fetta di Calabria». Dopo tante ricerche, Raimond Lagonigro ha avuto paura del primo impatto con la sorella ritrovata. E se l’avesse respinto? Per questo ha mandato la moglie in avanscoperta. «Mi ha aspettato in hotel in centro paese – sorride Maria Michela – La loro idea era quella di attendere il lunedì per andare a prendere informazioni in municipio e magari sentirsi dire che ci eravamo già trasferiti chissà dove… Ma qualcuno, in uno dei bar del paese, gli ha dato i miei riferimenti». Raimond Lagonigro ha 69 anni, è pensionato, vive in un paesino tra Girona e Barcellona.Come Maria Michela, ha tre figli adulti. I due si sono abbracciati e poi hanno confrontato documenti e varie fotografie, notando incredibili somiglianze tra i rispettivi nipoti. «Sono dieci anni che viaggia su e giù per l’Italia per trovare la tomba del padre che, come è stato per me, non ha praticamente mai conosciuto». Caporale indisciplinato, papà Giuseppe venne mandato per punizione nel contingente fascista a partecipare alla Guerra di Spagna, esattamente un anno dopo la nascita di Maria Michela, nel 1936. Non tornò mai più. «Mia madre Domenica ricevette la comunicazione con immaginetta ricordo della sua morte, avvenuta, stando a quel documento il 13 marzo del 1937 – mostra la figlia – Era tutto falso. Contrario al regime franchista, durante la guerra mio padre fuggì in Francia e si arruolò nella Legione Straniera. Con questa mossa, gli fu data anche la possibilità di cambiare identità. E’ morto nel 1966 a Nérac, in Aquitania, congedato dalla Legione per motivi di salute e con il cognome De La Ville». In Francia si sposa per la terza volta e mette al mondo altri tre figli. «Di loro non so nulla e non ci tengo a saperne – puntualizza la pinese – Mi basta sapere di avere un fratello che porta il mio stesso cognome ». Ora Raimond e Maria hanno stabilito un contatto e si sentono per telefono. «Per lui mi sono anche messa a studiare lo spagnolo. Raimond è poi riuscito a mettere un mazzo di fiori sulla tomba di papà, con una lettera firmata anche da me. Lo ha fatto pochi giorni fa, venerdì. Non si trovava proprio a Nérac, ma a qualche centinaio di chilometri di distanza. Il nome del paese non me lo sono appuntato… ». Non è facile accettare un padre che non è mai venuto a cercarti per trent’anni. Andrà a vedere la sua tomba? «Non ci tengo troppo. Lo perdono… In fondo è stata la guerra ha fargli fare quella vita.Però non posso dimenticare di aver sempre pensato di avere avuto un padre morto poco dopo la mia nascita».


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giovedì 14 ottobre 2010

Abusi edilizi: in campo il geo-vigile

PINO TOR. Sta per andarsene l’uomo che più di tutti ha determinato lo sviluppo urbanistico della collina pinese negli ultimi quarant’anni: Sergio Ciccarelli. L’architetto andrà in pensione a fine novembre, lasciando la direzione dell’ufficio tecnico municipale al geometra Fabrizio Dellacasa. Contemporaneamente, nascerà un “geo-vigile” e con lui un giro di vite contro gli abusi edilizi.


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mercoledì 13 ottobre 2010

Pino: in pensione Ciccarelli, nasce il geo-vigile

Sta per andarsene l’uomo che più di tutti ha determinato lo sviluppo urbanistico della collina pinese negli ultimi quarant’anni: Sergio Ciccarelli. L’architetto andrà in pensione a fine novembre, lasciando la direzione dell’ufficio tecnico municipale al geometra Fabrizio Dellacasa. Contemporaneamente, nascerà un “geo-vigile” e con lui un giro di vite contro gli abusi edilizi.


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lunedì 11 ottobre 2010

Ronnie di ''C.S.I.''? Abita a Pino torinese

Pino Tor.Lei è una pasionaria spagnola. Ma è pure Ronnie in “C.S.I.” ed è quella giovane cameriera, Lucy, che manda in crisi la vecchia domestica in “Affetti e dispetti”, il film di Sebastián Silva vincitore del “Sundance Film Festival” nel 2009.


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giovedì 7 ottobre 2010

Bianucci: ''Addio Planetario. L'assessore mi ha insultato''

PINO TOR. «Mi ha insultato l’assessore Michele Coppola! Per questo che ho lasciato il Planetario». Piero Bianucci motiva così le dimissioni cadute come un fulmine su ApritiCielo, la società che gestisce il Museo dello spazio accanto all’Osservatorio.


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lunedì 4 ottobre 2010

Tenta la truffa in merceria. Smascherato

PINO TOR. Si è presentato davanti al bancone della merceria Danisa di via Molina con una maglia in mano: «Me l’hanno regalata la scorsa settimana, ma non mi va bene: vorrei cambiarla». Peccato che quel capo d’abbigliamento fosse stato esposto in vetrina la mattina stessa. La lucidità e la memoria delle titolari del negozio è così riuscita a sventare la truffa architettata dal malvivente.


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